Siamo consapevoli che, soprattutto in questo momento così critico e delicato, sia fondamentale utilizzare la Grande Invocazione con maggior comprensione e di conseguenza con maggior successo.
Una buona parte delle persone che recitano la Grande Invocazione non ottengono importanti risultati perché non hanno una reale comprensione dell’importanza e dello scopo della stessa. Questo significa che i risultati che si conseguono hanno effetto solo entro l’aura della persona interessata senza sortire effetti riconoscibili.
La Grande Invocazione è un grido invocativo che chiede Luce che rischiari la nostra via, è un grido degli uomini di Buona Volontà di tendenze umanitarie che richiedono più amore nel mondo e infine l’appello intuitivo degli aspiranti e discepoli del mondo per la piena espressione nel tempo e nello spazio della Volontà di Bene, la Volontà di Dio.
La Grande Invocazione, come tutte le parole di potere devono emanare dall’Anima (la cui natura è amore e il suo scopo è il Bene del Gruppo), essere sostenute dal dinamico aspetto volontà e condotte verso l’esterno come forma-pensiero integrata su una corrente di sostanza mentale vivente e illuminata. Possono usare con efficacia le formule soltanto coloro che vivono, operano e sentono come anime, cioè significa vivere in termini di gruppo.
E’ nostro dovere imparare a metterci correttamente in contatto con la Gerarchia Spirituale tramite le nostre anime, usare correttamente la Grande Invocazione come anime e renderci responsivi e sensibili agli effetti che ne derivano. L’Invocazione non è vaga o incerta, esprime le attuali necessità fondamentali del genere umano: il bisogno di luce e amore, di comprendere la volontà divina e di vedere cessare il male.
Nelle prime 3 righe si fa riferimento alla mente di Dio, quale punto focale della Luce Divina. Questo si riferisce all’anima di tutte le cose. E’ il punto culminante di Luce che consideriamo come l’anima adombrante dell’umanità.
Nelle 3 righe successive è evocato il Cuore di Dio, considerato come punto focale d’amore. Questo Cuore del mondo manifestato è la Gerarchia, quale grande agente trasmettitore d’amore.
Le 3 righe della terza strofa si riferiscono a Shamballa, il centro dal quale la Gerarchia trae la sua vita.
Avendo invocato 3 aspetti della Mente, dell’Amore e della Volontà, le 3 righe della quarta strofa indicano l’ancoraggio di questi poteri nell’umanità stessa “nel centro che vien detto il genere umano”. Qui e solamente qui possono esprimersi e perfezionarsi tutte le qualità divine, nel tempo e nello spazio. Per mezzo dell’umanità, può essere sbarrata la porta dietro cui il male risiede. Non è Sanat Kumara che chiude questa porta, non è la Gerarchia che costringe il male a retrocedere nel luogo dal quale viene. E’ all’umanità che lotta, aspira e soffre che è affidato il compito.
La porta dietro cui il male risiede è tenuta aperta dall’umanità, dal suo desiderio egoistico, dall’odio e dalla separatività, dall’avidità e dalle barriere razziali, dalle sue basse ambizioni personali e dal suo amore per il potere e la crudeltà. Quando buona volontà e luce affluiranno nelle menti e nei cuori degli uomini, queste energie che mantengono aperta la porta del male, cederanno il posto all’aspirazione di stabilire giusti rapporti umani, alla determinazione di creare un mondo migliore e più pacifico, ad una espressione mondiale della Volontà di Bene e allora e, solo allora, la porta si chiuderà.
Nessuno può usare questa Invocazione senza provocare potenti cambiamenti nel proprio atteggiamento; l’intenzione di vita, il carattere e gli scopi saranno modificati e la sua esistenza sarà trasformata e resa spiritualmente utile.
“Come un uomo pensa nel suo cuore, tale egli è.”
E’ una legge fondamentale della natura il volgere costantemente la mente alla necessità di luce e le prospettive di illuminazione non possono essere e non saranno senza effetto.
Gli eventi che produce la Grande Invocazione sono:
- Un’ effusione di amore e di luce sull’umanità, proveniente da Shamballa;
- Un appello invocativo al Cristo, il capo della Gerarchia, affinché possa riapparire;
- L’instaurazione in terra del piano divino, cosa che deve essere compiuta volontariamente dall’umanità stessa con l’utilizzo di Luce-Amore-Potere.
Questi 3 eventi sono relativamente prossimi e saranno determinati dall’attuazione cosciente della fase immediata del piano, che è intenzione divina effettuata in una certa misura prima della riapparizione del Cristo. L’instaurazione di giusti rapporti è il compito immediato ed è quella fase del Piano d’Amore e di L uce alla quale l’umanità può rispondere più facilmente e per la quale sta già mostrando un senso di responsabilità.