Queste parole costituiscono un esempio che testimoniano il potere della parola
E’ interessante notare il significato originale derivante dal greco
Ironia da Eironèia = finzione
Cinismo da Kynismòs = imitazione del cane
Sarcasmo da Sarkasmòs = lacerazione di carni
Quando l’ironia (che è il derubare qualcuno di ciò che di più caro e significativo possiede: se stesso) diventa cinismo e sarcasmo allora l’individuo che li usa, perde la sua connotazione umana per ritornare, involutivamente, ad uno stadio animale che lacera e sbrana.
Questo trittico è una delle cause più gravi delle crisi, delle ingiustizie e dei crimini sociali compiuti dall’uomo.
L’inquisizione, la tortura, gli assassini fisici, sono tutte conseguenze fisiche di una mancanza di rispetto che, all’origine, ha avuto come causa un pensiero di distruzione del “nemico”.
L’ironia e i suoi derivati sono terribilmente pericolosi perché premeditati. Non sono il frutto di una reazione impulsiva ed emotiva, che presto si spegne, ma un gesto freddo e calcolato, voluto e studiato per sminuire, deridere e distruggere l’avversario.
Essi sono un attacco che usa armi molto sottili, e perciò difficili da controbattere (non essendoci dialogo che osservi e lasci spazio alla discussione) in quanto scherno fondato su una battuta che non aspetta risposta. Essi sono la più cruda dimostrazione di come, con un sorriso, si possa distruggere una conversazione, un rapporto o una persona.
Facciamo ora uno sforzo per cercare di definire il loro opposto: il rispetto.
Cos’è il rispetto? Sostanzialmente è il fare emergere (ars maieutica) attraverso le parole e i gesti, il meglio e l’identità più profonda di una parola: Se Stesso.
È il non costringere l’individuo a difendersi o ad attaccare, a nascondersi o ad esaltarsi, ma ad essere come egli è veramente, mettendolo a proprio agio affinché possa esprimere in piena libertà le sue idee, anche se divergono dalle nostre
LA BESTEMMIA
La Scienza dello Spirito la definisce una “malattia psichica” contagiosa e afferma che è orribile a vedersi.
Con una sola bestemmia possiamo annullare molte buone azioni, in quanto è una fiammata oscura che divora la luminosità dell’aura.
È un’emanazione che esclude la luce, porta infezione nello spazio e chi la pronuncia non è più come prima, perché ha stracciato una parte della rete eterica che lo proteggeva e quindi è più esposto agli attacchi e alle malattie.
Gli aspiranti spirituali sono invitati ad agire quando odono una bestemmia, controbilanciando l’infezione spaziale con un pensiero spirituale, e a intervenire, quando sia possibile, anche con la parola, per distruggere la sua influenza anche sul piano fisico.
Spesso i giovani usano la bestemmia per esibizione, per dimostrare di non temere nessuno – nemmeno Dio, il Cristo o la Madonna – per compensare la loro ignoranza e i loro complessi di inferiorità.
Il Maestro Morya afferma:
“Benedetto chi si oppone alla bestemmia”
e aggiunge:
“Ammonite di non bestemmiare le Forze Superiori. I pazzi non sanno che i loro pensieri cozzano contro raggi potenti e tornano a colpirli. Se non cadono morti all’istante, ciò non esclude che i loro organismi abbiano già cominciato a disintegrarsi. La propria freccia trova un principio di ulcera e la fa sviluppare”
(Fratellanza par 209)