da IL DISCEPOLATO DELLA NUOVA ERA – vol. I di Alice Bailey
(tra parentesi il riferimento sul testo)
10 – Vorrei insistere su una questione a proposito dell’individuo nel gruppo e delle sue relazioni di gruppo.
Vigilate con cura i vostri pensieri reciproci, sopprimete immediatamente ogni sospetto, ogni critica e cercate di sostenervi a vicenda, senza deflettere, nella luce dell’amore.
Non avete idea della potenza di tale sforzo, né del suo potere di liberare i reciproci legami e di elevare straordinariamente il gruppo. Per mezzo della pura luce dell’amore reciproco potete avvicinarvi di più a me e ai Maestri sul lato soggettivo della vita, e pervenire più presto alla Porta che si apre sulla Via illuminata.
Avete 1’occasione di dimostrarvi reciprocamente il valore scientifico e il potere dell’amore, considerato come forza della natura.
Fate in modo di dimostrarlo col vostro impegno. Sprigionerete così l’uno per l’altro ciò che occorre per attuare i cambiamenti potenti e vitali nel modo di vivere e nel proposito dei membri del gruppo. L’amore non è sentimento, né emozione, né desiderio o movente egoistico di retta condotta quotidiana. L’amore è quella forza che, se utilizzata, guida i mondi e li conduce all’integrazione, all’unità e all’inclusività, costringendo la Divinità stessa all’azione.
L’amore è difficile da coltivare – tanto è l’egoismo proprio della natura umana; è difficile da applicare a tutte le condizioni della vita e per esprimerlo vi occorrerà dare il massimo delle vostre capacità e ripudiare le attività egoistiche personali.
Abbandonate l’idea di agire in modo unico e da soli. Non è così. Molti oggi operano con intelligenza ai nostri piani e spesso sono isolati e soli. Nel lavoro di gruppo, il primo requisito cui do risalto è quello difficilissimo della vera impersonalità.
In passato i discepoli hanno sempre posto l’accento su due punti. Hanno sentito la necessità della riservatezza sulle esperienze spirituali interiori, e hanno ritenuto che riferire o discutere eventi spirituali e di psichismo superiore nella loro vita causasse smarrimento e contrastasse la legge occulta. Essi hanno del pari preteso riservatezza sulla loro vita personale,sui loro errori e insuccessi, e lo hanno richiesto più fortemente del permesso di tacere sulla vita dell’anima.
34 – L’Impersonalità, specie per chi è bene integrato, è assai difficile da conseguire. C’è una stretta relazione tra impersonalità e distacco. Studiatela. Molte idee ritenute preziose, molte qualità acquisite a fatica, molta rettitudine alimentata con cura e molti preconcetti formulati con forza militano contro l’impersonalità. È arduo per il discepolo, durante le prime fasi del suo addestramento, restare fedele al suo ideale e perseguire con volontà la propria integrazione spirituale, e rimanere tuttavia impersonale nei rapporti umani. Egli desidera che la sua lotta e le sue vittorie siano riconosciute; desidera ardentemente che la luce accesa in lui susciti reazione in altri; vuole essere conosciuto come discepolo; si tormenta per dimostrare il suo potere e la propria natura amorevole altamente evoluta, sì da evocare ammirazione o, almeno, gettare una sfida. Ma nulla di ciò accade ed egli non viene considerato migliore del resto dei suoi fratelli. La vita perciò non lo soddisfa.
49 – Molte sono le occasioni propizie per praticare l’impersonalità nei rapporti di gruppo. In ogni gruppo c’è abitualmente un membro (o forse parecchi) che costituisce un problema per sé e per gli altri. Forse voi stessi lo siete, senza saperlo. Forse sapete chi, tra i vostri compagni di servizio, fornisce occasione di prova per gli altri. Forse vedete chiaro il punto debole del gruppo e chi lo trattiene da un’attività più efficiente. Ciò è bene, purché continuiate ad amare e servire astenendovi dal criticare. È errato voler assiduamente raddrizzare il fratello, o rimproverarlo, o tentare di imporgli la vostra volontà e il vostro punto di vista, ma è sempre lecito esprimere idee e dare consigli. I gruppi di discepoli sono gruppi di anime libere e indipendenti, che scordano gli interessi personali nel servizio e ricercano quel vincolo interiore che fonderà il gruppo in uno strumento per servire l’umanità e la Gerarchia. Continuate a seguire la disciplina della vostra anima e lasciate che i vostri fratelli seguano la loro.