L’esoterismo ci insegna a interpretare i segni che la vita ci offre per educarci a osservare i nostri comportamenti e a cercare di trasformarli in senso evolutivo.
Sappiamo che il caso non esiste e sappiamo che anche il tempo non esiste ma che esiste il ciclo e che durante questo ciclo ogni cosa, ogni avvenimento, ha la sua ragion d’essere all’interno di una manifestazione energetica ciclica.
Esiste sempre un punto all’interno del ciclo che offre le perfette condizioni per la realizzazione di un determinato proposito e se siamo abbastanza sensibili da osservare quello che accade possiamo provare ad attribuire dei significati che vanno oltre forme.
L’ equinozio di primavera, e il plenilunio di ariete è il momento del ciclo in cui l’energia vitale che ha lavorato per tutto il periodo invernale nell’oscurità può finalmente manifestarsi alla luce, nasce quindi ad una nuova Vita dopo essere stato deposto nella terra in forma di seme al Solstizio d’inverno.
La Pasqua ci racconta esattamente questo passaggio: la necessità di morire per poi rinascere esattamente come La Fenice che risorge dalle sue ceneri.
Proprio come per la morte, spesso ci si riferisce alla Pasqua come ad un passaggio. Questo Passaggio è simbolico per tutti i passaggi da uno stato di coscienza ad un nuovo stato di coscienza. Una delle simbologie più note relativamente al tema del passaggio è quella dell’esodo descritta nel vecchio testamento in cui il popolo eletto (gli aspiranti spirituali e tutte le donne e gli uomini di buona volontà) passa dall’Egitto (i tre mondi) attraverso il deserto (la necessaria purificazione) alla terra promessa (la mente superiore, l’anima).
L’ attraversamento del Mar Rosso rappresenta il superamento del diaframma che separa la mente concreta della personalità dalla mente superiore dell’anima.
È possibile pensare che proprio in questo particolare ciclo dell’anno l’incidente della nave cargo di 400 m di lunghezza che trasportava 20.000 container di merci da portare in Europa rappresenti proprio un blocco energetico, una congestione energetica dell’umanità ancora prigioniera di un paradigma materialista dove la mente concreta domina la civiltà attuale manifestando i suoi limiti di separatività, di egoismo, di sperequazione?
Anche se il blocco è durato solo qualche giorno, possiamo consideralo un segnale per aiutarci a comprendere questo delicato momento di passaggio che l’umanità deve affrontare per entrare nell’era di acquario, per rinnovarsi e purificarsi?
È possibile entrare in contatto con la nostra natura superiore, attraversare il mar Rosso o il canale di Suez, con un carico così spaventosamente gravoso? Che cosa rappresentano i ventimila container che ostruivano l’ingresso al canale che ci permetterà di “rinascere” o realizzare il “passaggio” nella “terra promessa”? Forse tutti i nostri attaccamenti alla materia, a questo io accumulativo che grava ancora sull’umanità?
Il peso grava sulla nave Ever Given (letteralmente “mai dato”) forse a ricordarci quanto l’umanità sia ancora terribilmente governata dalla legge di gravità che esotericamente è legata all’egoismo della materia, un’umanità che tutto trattiene e “mai da”?
Quando c’è una congestione significa che nell’organismo le energie sono utilizzate in maniera scorretta, significa che il nostro pianeta soffre di un grave squilibrio energetico e che la Vita cerca di renderci sempre più consapevoli di questo per spingerci a trasformare noi stessi, a risvegliare in noi la consapevolezza della necessità di alleggerirci, di lasciare andare ciò che ormai non ci serve più, un passato che ci ha reso malati, che ci ha spinto a identificarci con le forme transitorie e in loro nome a fare guerre fisiche o mentali, senza la minima attenzione all’unica vita che attraversa e informa quelle forme ma che necessariamente le trascende perché il suo proposito è più grande ed è quello di ristabilire l’equilibrio, la salute, l’armonia di tutto l’organismo planetario, che comprende tutte le forme che in questo campo magnetico svolgono la loro funzione.
Già questa pandemia, non ci sta insegnando quanto siamo tutti interconnessi, quanto abbiamo bisogno di cooperazione per affrontare ogni problema?
La competizione della vecchia era, che si traduce in critica e lamento, non fa che aumentare la polarizzazione e il conflitto, cause principali della malattia planetaria stessa, la quale ci chiede a gran voce di abbandonare tutto questo, ci chiede di legarci alla legge di espansione ciclica, all’anti-gravità, alla “leggerezza” dello spirito, all’essere più che al fare, allo spazio più che al tempo, al riconoscimento di chi noi veramente siamo: creatori di bellezza per educare le coscienze all’Amore, il fine ultimo dell’esperienza del nostro Lògos solare.
Il motto esoterico di Ariete ci chiede di governare le nostre forme piene di vita dal piano della mente superiore, dal piano dell’anima, che mette in luce ciò che unisce, che supera la dualità, che integra, così come fa il cuore, nel mistero del suo silenzio dinamico, che ci porta, grazie alla qualità della Risolutezza – il petalo del cuore buddhico legato a questo segno zodiacale – a bruciare tutto quello che impedisce alla luce dell’anima di irradiare sul mondo e sull’umanità. “Dio è un fuoco che consuma” il nostro egoismo e tutti gli attriti che la nostra sostanza gravosa e pesante impone al pianeta come resistenza alla sua guarigione. Con il suo primo raggio Aries ci dona la volontà di portare al mondo l’anti-gravità, ovvero di realizzare il suo scopo di settimo raggio: spiritualizzare la materia con sacralità, ordine e bellezza.
La Bellezza infatti, espressa dal quarto raggio, si trova esattamente al centro del settenario, il punto di equilibrio della manifestazione, il raggio dell’umanità, che Goethe definiva “il dialogo tra Dio e la natura” e si trova come punto di passaggio lungo l’asse del potere tra il primo e il settimo raggio, come a ricordarci che la concretizzazione del proposito per l’umanità deve necessariamente passare per la ricerca dell’equilibrio tra polarità in quella “neutralità” silenziosa del nostro quarto chakra: il cuore che ama.