Dopo che nel 1997 si sperimentò con successo la crioconservazione degli embrioni e si ridusse il loro numero in provetta, il dibattito etico si indirizzò sulla fecondazione artificiale in sé e sulla opportunità che essa fosse solo omologa (quando spermatozoi e ovociti appartengono alla coppia) oppure anche eterologa (quando spermatozoi e ovociti appartengono ad un donatore esterno alla coppia). Le risposte furono diverse e connesse alla forma-pensiero ideologica di appartenenza.
● L’etica cattolica e quella della Legge Naturale sostengono che l’uomo non dispone liberamente della nascita, che è regolata da Dio. la coppia è libera di avere o no un figlio, ma non come averlo, perché il concepimento è affidato alla Provvidenza. Condannano, inoltre, la dissociazione dell’affettività dalla creatività. In sintesi, ammettono la fecondazione omologa, però con l’impianto di tutti gli embrioni e ammoniscono di non forzare la Natura.
● L’etica liberale e quella Utilitarista ammettono sia la fecondazione omologa che eterologa, in quanto compensano gli svantaggi della «lotteria naturale» e risarcisce chi è stato svantaggiato per causa non dipendenti dalla sua volontà (non riconosce la Legge del Karma). Se il fine della vita è la ricerca della felicità perché soffrire? Perché una coppia deve continuare a stare insieme quando nascono i primi problemi, la cui soluzione implica sforzo, fatica e sacrificio? Non è meglio cambiare partner e cercare la felicità altrove, nell’emozione di un nuovo rapporto più gratificante?
Secondo questa corrente di pensiero vi è il dovere morale di evitare malformazioni genetiche e di garantire alle persone una qualità minima della vita, anche perché – secondo questa concezione – gli embrioni non hanno diritti, che vengono riconosciuti solo alle «persone», ossia individui che possiedono razionalità, senso morale, autocoscienza e autodeterminazione, e di conseguenza si possono sopprimere.
L’uomo è proprietario del suo corpo, che può utilizzare all’interno del libero mercato («diritto di proprietà»), contrattando, comprando o vendendo parti del suo corpo.
● L’Etica del Rispetto afferma che la generazione è, anzitutto, una relazione d’amore fra due persone. La riproduzione artificiale è, quindi, alienante, come pure la donazioni di gameti e la surrogazione di maternità.
● La Scienza dello Spirito afferma che nulla accade a caso e, quindi, il fatto di non potere avere figli non è casuale, ma risponde ad uno stato di necessità evolutiva. È un aiuto dato alla coppia per indirizzare la propria creatività su altri piani e in altre direzioni, cercando di fare «figli» non fisici o prendendosi cura di figli di altri (per es. l’insegnamento). Forzare questa volontà può produrre conseguenze molto dolorose. Nel caso di Aspiranti Spirituali le cause della mancanza di figli possono essere diverse:
- a) Una prevalenza ancora troppo egoistica, che pregiudicherebbe l’educazione e lo sviluppo del figlio.
- b) Una forma mentale e ideologica ancora troppo critica e distruttiva, che si oppone all’aspetto creatore.
Inoltre, la creazione di figli passa attraverso il rapporto affettivo, che rappresenta la nota di richiamo. In laboratorio chi emette l’ordine verso l’entità che si vuole fare incarnare?
In sintesi, proponiamo come Codice Etico:
- L’uomo non può disporre liberamente del proprio corpo, in quanto la vita è regolata da un Piano Naturale che non bisogna forzare.
- Un figlio può anche non essere uno stato di necessità essenziale alla coppia: fare prevalere il desiderio di averlo a tutti i costi può portare a gravi conseguenze.
- Il figlio deve essere il risultato di una relazione d’amore e di unione fra affettività e creatività. Il richiamo del figlio è dato dal rapporto fra uomo e donna, cosa che in laboratorio non esiste.
- Il desiderio non può prevalere sulle Leggi di Natura.
- Non si può fare il male per ottenere il bene!