Si racconta che una volta un uomo che si reputava un intellettuale molto importante decise di andare a fare visita ad un maestro nel suo Tempio, perché – secondo lui – dialogando avrebbero potuto scambiarsi reciproca conoscenza. Si presentò dunque al tempio senza essersi annunciato e al discepolo del maestro, perplesso da questa visita improvvisa, disse che il maestro, saputo chi fosse venuto a visitarlo, l’avrebbe sicuramente ricevuto con piacere. Così infatti fu. Il maestro lo accolse sorridendo e lo introdusse nelle sue stanze.
Qui, l’intellettuale molto importante, cominciò a raccontare di sé, delle sue vaste conoscenze, dei suoi ideali umanitari al servizio dei deboli e degli oppressi, dei suoi principi politici ed economici, della «giusta causa» con la quale affrontava ogni situazione. Il maestro ascoltò con interesse, annuendo di tanto in tanto quando il racconto dell’uomo si faceva più intenso e carico di enfasi. Quando l’uomo, dopo molto tempo, ebbe terminata la sua esposizione, pensò di aver fatto una grande impressione sul maestro, perché questi lo invitò a bere il tè insieme a lui.
Il maestro batté le mani e chiese al suo discepolo di portare la bevanda affinché, rifocillati, potessero riprendere la conversazione più piacevolmente. Il discepolo in silenzio fece quanto gli era stato richiesto e, di lì a poco, si ripresentò con la bevanda fumante. Il maestro gli chiese di essere lasciati soli e lui personalmente si mise a servire il tè a quell’intellettuale molto importante, il quale si sentì molto onorato da tutta quella attenzione e si preparò a riprendere la conversazione.
Mentre lui parlava il maestro cominciò a versagli il tè nella tazza. Continuando a parlare l’intellettuale però si accorse che il tè, riempita tutta la tazza, si stava versando tutt’intorno. Egli, perplesso, pensò che il maestro, ormai anziano, si fosse un po’ svampito. Intanto il tè si spargeva sul tavolo e colava sul pavimento. A quel punto l’uomo molto importante, allarmato, decise di far notare al maestro che la tazza era piena e non poteva contenere più nulla.
«Esattamente come te, mio caro figliolo – rispose il maestro – se uno è troppo pieno, non è in grado di assorbire più nulla».
Oggi lo spazio è saturo e sta versando!
Possiamo dire che un ciclo o un’Era sono come una tazza che viene riempita dalle forme-pensiero che gli uomini vi immettono. Quando un ciclo e un’Era sono finiti bisognerebbe che gli uomini smettessero di versare le stesse forme-pensiero, altrimenti il risultato diventa quello del racconto: la tazza versa e il contenuto si rovescia dappertutto.
Nel ciclo e nell’Era passati gli uomini hanno versato un tè particolare, chiamato ideologia. In termini tecnici 6° Raggio! Hanno versato un’ideologia religiosa che ha dato vita al misticismo e alla devozione verso Maestri, Santi o personalità carismatiche; hanno versato un’ideologia politica che ha dato vita al culto di personalità e di ideali che, anziché portare pace e giustizia, hanno portato odio e lotta continua; hanno versato un’ideologia economica che è stata incapace di distribuire con giustizia e giustezza le risorse planetarie a tutti gli uomini; hanno versato un’ideologia culturale basata sulla provocazione, sulla trasgressione, sulla distruzione verbale e fisica, e sulla critica di tutto e tutti, e l’hanno fatta diventare «normalità»; hanno versato fanatismo a tutti i livelli.
Tutte queste ideologie si sono erette come unico e insindacabile giudice con licenza di decretare cosa sia giusto o no. Possiamo sintetizzare la passata Era dei Pesci in una magistrale frase di Joseph De Maistre, scrittore e uomo politico piemontese dell’inizio dell’’800, che fa dire ad un suo personaggio rivolgendosi al popolo: «Voi credete di non volere questa legge, ma noi vi assicuriamo che la volete. Se osate rifiutarla noi vi fucileremo, per punirvi di non volere ciò che volete».
Oggi la tazza, ossia lo spazio del ciclo dell’Era dei Pesci, è piena e sta versando. Sta versando demagogia, manipolazione della verità, frustrazione ideologica, che si traducono in odio e terrorismo fanatico; sta versando una «normalità» individuale e collettiva che si manifesta in aggressività e violenza a tutti i livelli.
In termini informatici attuali, possiamo dire che la memoria è piena e non possiamo più inserire nulla se non cancelliamo in essa dei file, ossia se non purifichiamo lo spazio. Questo è il compito di ogni ricercatore spirituale e di ogni uomo e donna di buona volontà: purificare lo spazio da tutto ciò che lo sta inquinando. Come?
Noi abbiamo uno strumento straordinario per farlo: la GRANDE INVOCAZIONE! La Grande Invocazione è un laser di fuoco che purifica, trasforma e ricrea. Usiamola quindi con consapevolezza ogni giorno, con l’attenzione concentrata di purificare lo spazio e di sostituire quella forma-pensiero nefasta e malefica, che circonda la Terra, con quella struttura illuminata emessa dalla Grande Invocazione. Inviamo questa struttura elettrica sul mondo e su tutti quei punti più delicati e problematici ove resistono ancora le vecchie forme-pensiero ancorate ai modelli del passato, nella consapevolezza che ogni progresso realizzato da un gruppo, o anche semplicemente da un singolo individuo, modifica la coscienza del Grande Organismo nel quale ci muoviamo e siamo.
Inviamola con la consapevolezza che non siamo i soli a farlo e che esistono milioni di persone che, in tutto il mondo, stanno facendo altrettanto. La prima cosa che un individuo, che si appresta ad affrontare l’Amore, ossia il Servizio verso gli altri, deve fare è definire lo spazio in cui vuole operare. Questo spazio sarà il suo mondo. Egli interagirà in esso, condizionandolo e venendone condizionato. Questo spazio può essere la famiglia, il lavoro, il gruppo spirituale, la città, la nazione o il pianeta intero. Cominciamo, quindi, dal «prossimo», da quello più vicino a noi, usando la Grande Invocazione come un vero e proprio farmaco capace di purificare e guarire.
Quando, quotidianamente, la intoniamo dobbiamo essere consapevoli che stiamo offrendo la nostra quota di servizio per purificare la Spazio. In questo modo, a lungo andare, potremo veramente essere utili al Piano e diventare dei bravi mediatori fra il mondo materiale e quello spirituale.
Che questo possa essere il nostro Proposito!
One Comment
ale
Grazie, è passato un sacco da quando la recitavo ogni giorno… mi hai fatto ricordare della sua importanza, devo rimettermi in pista! Per il bene dell’Universo!