Pasqua significa «passaggio». Questo ormai lo sappiamo bene. Da molti anni abbiamo evidenziato i significati generali di questo termine. A livello teorico tutto è chiaro. Crediamo che ora sia necessario portare la nostra attenzione sui «passaggi» concreti e qualitativi che possiamo fare per costruire veramente una nuova cultura e una nuova civiltà, basate su quello che rappresenta – almeno a parole – la meta di ogni uomo: una vita bella e armoniosa.
Qual è allora il primo punto sul quale possiamo lavorare per trasformare le nostre tendenze abituali? Se osserviamo la nostra vita quotidiana, crediamo che il massimo punto di attrito fra le nostre aspirazioni e la realtà dei rapporti sociali sia l’aggressività, la comunicazione aggressiva.
Da dove cominciamo quindi per migliorare la nostra situazione personale e ovviamente anche quella della società nella quale siamo inseriti? Dai rapporti aggressivi e impositivi nella coppia, nella famiglia, fra vicini di casa, fra colleghi di lavoro, fra amici, fra fratelli di gruppo.
Noi oggi sappiamo molto bene che non potremo mai vivere felici, né migliorare noi stessi senza stabilire rapporti armonici con se stessi e con il mondo che ci circonda. Sappiamo molto bene che la vita è rapporto e che la «relazione affettiva» armonica è un vero e proprio farmaco che guarisce da ogni sofferenza, da ogni dolore e da ogni malattia. L’affettività porta benessere nella persona e influenza lo spazio circostante, creando un campo magnetico che contagia le persone.
Provate a visualizzare uno spazio permeato di aggressività e uno permeato di tenerezza, di dolcezza e di gentilezza. La differenza è abissale e dipende solo da noi: dai pensieri, dai sentimenti e dai gesti che immettiamo nello spazio!
Dipende dalla nostra volontà di farlo! La volontà è l’espressione mentale del desiderio emotivo, il quale rappresenta la forza più potente che finora ha condotto la nostra vita… difficilmente una persona focalizzata nella personalità riesce a resistere ad un desiderio!
A colui che aspira alla conoscenza di Se Stesso viene chiesto, come primo passo, di portare questa energia sul piano mentale e di trasformarla in volontà, ossia in capacità di raggiungere una meta. È solo il primo passo perché questo lo fanno anche quegli individui che sono personalità integrate e potenti. Ciò che qualifica il secondo passo sono i valori che vengono posti davanti alla volontà: valori materiali per la personalità, valori etici per l’aspirante spirituale.
Ma tutto questo lo sappiamo. Ciò che vogliamo iniziare a fare da quest’anno è il proporre di scegliere pochi elementi concreti e lavorare quotidianamente su di essi per applicarli, indirizzando su di essi la nostra volontà. Naturalmente ognuno può scegliersi quelli che preferisce, noi ne suggeriamo alcuni:
- Eliminazione della critica, del pettegolezzo e della derisione dai nostri rapporti.
- Eliminazione, quando gli altri ci attaccano, della contrapposizione o della fuga.
La critica, il disprezzo, il contrattacco e la fuga sono chiamati i «Quattro Cavalieri dell’Apocalisse», in quanto sono il preludio alla fine di un rapporto o la barriera che impedisce di instaurarlo. I primi due rappresentano il peggio della mente umana, mentre gli altri due ci fanno ritornare nel mondo animale. Sono gli animali, infatti, che di fronte ad una situazione problematica o aggrediscono o fuggono.
Questa sera nella meditazione ognuno di noi, se lo vuole, formulerà questo proposito e metterà questo seme, che coltiverà quotidianamente per tutto l’anno:
«Io voglio creare una nuova cultura, quindi voglio modificare i miei rapporti».
Teoricamente è molto semplice e scontato. Meglio… allora facciamolo! Se ci riusciamo diventeremo dei costruttori che pongono una pietra miliare, le fondamenta, per la creazione di una nuova cultura, nel suo significato più profondo: espressione che produce luce!
Questo è il nostro compito, per il quale ci siamo incarnati in questo stupendo periodo di grandi opportunità evolutive. Poi arriveranno gli Architetti che innalzeranno le pareti delle nuove cattedrali di luce… ma questo ora non ci riguarda. Noi siamo solo gli operai… siamo però la base dell’Opera, perché senza gli operai gli Architetti sono inutili.
Ciò che ora è importante è avere chiara la visione di quest’Opera o Piano Evolutivo e cominciare a lavorare…